Rapporto congiunturale preconsuntivi 2015

Sintesi

(dal Bollettino economico N. 1 – Gennaio 2016 di BANCA D’ITALIA)

Le prospettive globali restano esposte a rischi

Le prospettive sono in miglioramento nei paesi avanzati, ma la debolezza delle economie emergenti frena l’espansione degli scambi globali che continua a deludere le attese e contribuisce a comprimere i prezzi delle materie prime. I corsi petroliferi sono scesi sotto i livelli minimi raggiunti nella fase più acuta della crisi del 2008-09. Le proiezioni dell’attività mondiale prefigurano per l’anno in corso e per il prossimo una modesta accelerazione rispetto al 2015; all’inizio del 2016 sono tuttavia emerse nuove e significative tensioni sul mercato finanziario in Cina, accompagnate da timori sulla crescita dell’economia del paese.

 

Il rialzo dei tassi negli Stati Uniti è stato però avviato senza conseguenze sfavorevoli

Il rialzo in dicembre del tasso sui federal funds da parte della Riserva federale, motivato dal significativo miglioramento del mercato del lavoro, segna negli Stati Uniti la fine della politica di tassi di interesse nulli adottata dal 2008. Contrariamente a quanto temuto da alcuni osservatori, la decisione non ha avuto ripercussioni sfavorevoli sui mercati finanziari e valutari globali, grazie a un’attenta comunicazione e all’annuncio che le condizioni monetarie rimarranno comunque accomodanti.

 

Nell’area dell’euro il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato lo stimolo monetario

Nell’area dell’euro la crescita prosegue ma resta fragile. Il programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema si sta dimostrando efficace nel sostenere l’attività economica nel suo complesso, con effetti finora in linea con le valutazioni iniziali. Tuttavia l’indebolimento della domanda estera e la discesa dei corsi petroliferi hanno contribuito all’insorgere di nuovi rischi al ribasso per l’inflazione e la crescita, che sono diventati più evidenti negli ultimi mesi. Il Consiglio direttivo della BCE in dicembre ha introdotto ulteriori misure espansive e ampliato il programma di acquisto di titoli; è pronto, se necessario, a intervenire ancora.

 

In Italia la domanda interna è in graduale ripresa…

In Italia la ripresa prosegue gradualmente. Alla spinta delle esportazioni, che dopo aver sostenuto l’attività negli ultimi quattro anni risentono della debolezza dei mercati extraeuropei, si sta progressivamente sostituendo quella della domanda interna, in particolare per consumi e ricostituzione delle scorte. Al recupero del ciclo manifatturiero si affiancano segnali di espansione nei servizi e, dopo un calo prolungato, di stabilizzazione nelle costruzioni. Le prospettive degli investimenti risentono però dell’incertezza riguardo alla domanda estera. Nel quarto trimestre il PIL dovrebbe essere aumentato in misura analoga a quella del terzo (quando era cresciuto dello 0,2 per cento).

 

...anche grazie a sviluppi positivi del mercato del lavoro

Nei mesi estivi il numero di occupati ha continuato a crescere, soprattutto tra i giovani e nei servizi; è proseguita la ricomposizione delle assunzioni verso forme contrattuali stabili. Il tasso di disoccupazione è sceso all’11,4 per cento nel bimestre ottobre-novembre, il livello più basso dalla fine del 2012, anche per effetto della riduzione della disoccupazione giovanile, che rimane tuttavia su livelli storicamente elevati. Le attese delle imprese riferite al quadro occupazionale sono cautamente ottimiste.

 

L’inflazione rimane molto bassa

L’inflazione è scesa in dicembre allo 0,1 per cento sui dodici mesi. Le aspettative di famiglie e imprese prefigurano nei prossimi mesi un modesto recupero della crescita dei prezzi, che rimarrebbe però su livelli contenuti. L’inflazione risente del nuovo calo delle quotazioni dei beni energetici, ma anche del persistere di ampi margini di sottoutilizzo della capacità produttiva, che contribuiscono a mantenere la dinamica di fondo dei prezzi su valori minimi.

 

Proseguono gli acquisti di titoli da parte degli investitori esteri

Nell’ambito del programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema, alla fine dello scorso dicembre erano stati effettuati acquisti di obbligazioni pubbliche italiane per un ammontare pari a circa 79 miliardi di euro (di cui 73 da parte della Banca d’Italia) e con vita media residua di poco superiore ai nove anni. Gli investitori esteri hanno continuato a manifestare interesse per le attività italiane, aumentando lievemente la quota di titoli pubblici in loro possesso; le famiglie italiane hanno con gradualità riequilibrato i portafogli in favore del risparmio gestito.

 

Migliorano le condizioni del credito…

La dinamica dei finanziamenti al settore privato si è rafforzata in autunno; i prestiti alle imprese sono cresciuti per la prima volta dopo quasi quattro anni. È proseguito l’allentamento delle condizioni di offerta: il costo medio dei nuovi prestiti alle aziende si colloca su livelli storicamente molto contenuti e il differenziale sul corrispondente tasso medio nell’area dell’euro si è annullato (era pari a circa un punto percentuale alla fine del 2012). Resta tuttavia elevata, pur se in riduzione rispetto ai picchi raggiunti durante la recessione, la dispersione delle condizioni del credito fra settori di attività e per classe dimensionale di impresa.

 

...e la ripresa ciclica si riflette sulla qualità dei prestiti e sulla redditività delle banche

Grazie al graduale miglioramento dell’attività economica, è proseguita la diminuzione del flusso di nuovi prestiti deteriorati e di nuove sofferenze rispetto ai valori massimi osservati nel 2013. La redditività dei maggiori gruppi bancari è aumentata nei primi nove mesi del 2015 in confronto all’anno precedente; il patrimonio si è rafforzato. Il miglioramento dei bilanci delle banche dovrebbe proseguire nel 2016 per effetto del previsto consolidamento della ripresa ciclica.

 

La ripresa può rafforzarsi nel prossimo biennio…

Nel complesso, si valuta che il prodotto sarebbe aumentato nel 2015 dello 0,8 per cento (0,7 sulla base dei conti trimestrali, che sono corretti per il numero di giorni lavorativi); potrebbe crescere attorno all’1,5 per cento nel 2016 e nel 2017. L’inflazione salirebbe progressivamente allo 0,3 quest’anno e all’1,2 il prossimo. Gli investimenti, caratterizzati finora da una dinamica modesta, potrebbero beneficiare di prospettive di domanda e condizioni di finanziamento più favorevoli e degli effetti delle misure di stimolo introdotte dalla legge di stabilità. All’espansione dei consumi contribuirebbe la ripresa del reddito disponibile, sostenuto anche dal rafforzamento del mercato del lavoro.

 

...ma è determinante il sostegno delle politiche economiche…

Queste proiezioni sono complessivamente in linea con quelle di luglio, ma si è modificato il contributo dei diversi fattori: a un minore impulso proveniente dagli scambi con l’estero, indotto dal rallentamento delle economie emergenti, si dovrebbe sostituire un maggiore contributo della domanda interna e di quella proveniente dall’area dell’euro, sostenute dalle politiche economiche (quali il programma di acquisto di titoli dell’Eurosistema e le misure disposte dal Governo) e dal miglioramento delle condizioni del credito.

 

...ed emergono rischi al ribasso che è necessario contrastare

Restano rischi significativi, tra i quali sono molto rilevanti quelli associati al contesto internazionale, tornati in evidenza nelle ultime settimane: in particolare la possibilità di un rallentamento delle economie emergenti che potrebbe rivelarsi più marcato e duraturo di quanto finora ipotizzato e avere forti ripercussioni sui mercati finanziari e valutari. La politica monetaria deve al contempo fronteggiare con decisione i rischi al ribasso per l’inflazione, che potrebbero derivare sia da una crescita della domanda inferiore alle attese, qualora i margini di capacità produttiva inutilizzata restassero sugli attuali ampi livelli per un periodo prolungato, sia da ulteriori flessioni delle quotazioni delle materie prime, ove queste innescassero effetti di retroazione sulla dinamica dei salari. Presupposto per la realizzazione dello scenario qui delineato è che venga mantenuta in Italia e nell’area dell’euro la fiducia di famiglie, imprese e operatori finanziari e che proseguano con determinazione le politiche di sostegno ciclico.

 

Sintesi

(Rapporto 2015 sull’economia dell’Emilia-Romagna, realizzato da Unioncamere e Regione Emilia Romagna– dicembre 2015)

L’Emilia-Romagna si è collocata tra le regioni più dinamiche, seconda alla sola Lombardia (+1,3%), e prima del Veneto (+1,0). Nelle rimanenti aree, i tassi di crescita reali del Pil sono apparsi inferiori all’1%, in un arco compreso tra il +0,9 di Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige e il +0,02 della Calabria.
Alla crescita reale del Pil, si dovrebbe associare un andamento ugualmente positivo per la domanda interna, di cui viene stimato un aumento dell’1,1% rispetto al 2014. A sostenere l’economia regionale è l’export che, pur in leggera frenata, dovrebbe chiudere con un aumento annuale del 4,1% (stima Prometeia). Numeri quindi con il segno più che, seppur ancora lontani dalla situazione pre-crisi del 2007, confermano come, anche se da irrobustire, la ripresa è avviata.

 

I numeri

L’Emilia-Romagna si contraddistingue per l’apertura ai mercati esteri: i dati Istat hanno registrato nei primi nove mesi di quest’anno una crescita delle esportazioni del 3,9% (+4,2% in Italia). La ripresa del Pil ha avuto esiti positivi sul mercato del lavoro, il cui andamento è stato caratterizzato da un leggero incremento dell’occupazione. Nei primi nove mesi del 2015 in Emilia-Romagna risultano occupate mediamente circa 1.913.000 persone (Istat), vale a dire lo 0,2% in più rispetto al 2014. Sotto l’aspetto del genere, sono state le donne a contribuire alla tenuta dell’occupazione (+0,5%), a fronte della sostanziale stabilità degli uomini (-0,04%). L’Emilia-Romagna ha registrato il secondo miglior tasso di occupazione del Paese, alle spalle del Trentino-Alto Adige. Con un tasso di disoccupazione del 7,8% si è collocata, relativamente ai primi nove mesi del 2015, tra le regioni italiane meno afflitte dal fenomeno. Per quanto concerne il tasso di attività, nel terzo trimestre 2015 è risultata la terza regione italiana (72,1%), in virtù del tasso di attività femminile, tra i più elevati del Paese (64,2%).
I dati congiunturali raccolti dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna sui principali comparti produttivi evidenziano, sempre per i primi nove mesi dell’anno, un andamento moderatamente positivo, in particolare per le imprese manifatturiere che esportano.
La produzione dell’industria in senso stretto è mediamente cresciuta dell’1,4% rispetto allo stesso arco temporale del 2014; tiene il commercio, soprattutto grazie al contributo della grande distribuzione, registrato qualche segnale di risveglio anche dall’artigianato e dalle costruzioni, nello specifico le imprese più piccole. Bene il turismo, che chiuderà l’anno con una crescita degli arrivi e delle presenze, sia sul fronte della clientela italiana che straniera.
Per quanto riguarda la “demografia” delle imprese, a fine novembre, la “consistenza” di quelle attive (pari a quasi 412mila unità) è diminuita dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Analizzando i settori, risulta come il calo generale del numero delle imprese sia stato determinato dalle attività agricole (-2%) e industriali (di cui le costruzioni -2,2%), mentre il terziario ha mostrato una tenuta migliore.

 

Le previsioni

Per il 2016-2017 le previsioni di Prometeia descrivono per la regione un’economia avviata alla ripresa, che sarà più consistente, dopo quella assai contenuta del 2014, e più ampia rispetto al +1,2% del 2015: il Pil dovrebbe infatti crescere dell’1,5% nel 2016, per salire ulteriormente dell’1,7% nel 2017.
Determinanti per la crescita saranno i Fondi strutturali destinati dall’Ue all’Emilia-Romagna (Fesr, Fse e Feasr) che presentano una dotazione intorno ai 2,5 miliardi. A queste risorse si aggiungeranno quelle dei Programmi operativi nazionali (Pon) – ad esempio, Pon Metro, 40 milioni di euro per la Città metropolitana di Bologna – e delle ulteriori iniziative dirette della Commissione come Horizon, Creative Europe e Cosme.

 

Sintesi

(da Economie Regionali L’Economia dell’Emilia Romagna – Novembre 2015 di BANCA D’ITALIA)

L’attività economica è tornata a espandersi

Nel primo semestre del 2015 l’economia regionale è tornata a espandersi, dopo la stagnazione dell’anno precedente. I livelli di attività hanno continuato a beneficiare della dinamica positiva delle esportazioni cui si è affiancata una ripresa della domanda interna, sia nella componente dei consumi sia in quella degli investimenti.

 

L’intensità della ripresa è stata eterogenea tra i settori produttivi

Nell’industria manifatturiera il fatturato è aumentato; la crescita è stata più accentuata per le imprese esportatrici, sebbene si sia estesa anche a quelle orientate al mercato interno. La dinamica degli ordini è stata più favorevole per le imprese di maggiori dimensioni e per quelle operanti nei settori delle macchine e dei mezzi di trasporto. Le vendite all’estero hanno continuato a crescere, soprattutto verso i mercati extra-UE e gli Stati Uniti in particolare, avvantaggiandosi anche del cambio favorevole; sono al contrario diminuite le esportazioni verso i paesi emergenti, risentendo del rallentamento di quelle economie. Il miglioramento del quadro congiunturale e l’intonazione più favorevole delle politiche creditizie hanno favorito il riavvio degli investimenti.
Nelle costruzioni è proseguita la riduzione della base produttiva, in termini sia di imprese sia di addetti, ma sono emersi primi lievi segnali di ripresa; sul mercato immobiliare sono aumentate le compravendite, mentre i prezzi delle abitazioni sono ulteriormente scesi. Nei servizi privati non finanziari il fatturato è aumentato; tra i principali comparti, nel commercio le vendite sono tornate a crescere per tutte le categorie merceologiche; anche le presenze turistiche in Riviera sono aumentate, trainate dalla componente italiana a fronte di una flessione di quella straniera.

 

Sono migliorate le condizioni sul mercato del lavoro

L’occupazione nel primo semestre è leggermente aumentata, soprattutto nel comparto industriale, in concomitanza con un calo del ricorso alla Cassa integrazione guadagni; sono aumentate, inoltre, le assunzioni a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione è diminuito, pur restando su livelli storicamente elevati.

 

Il calo dei prestiti si è attenuato

Si è attenuato il calo dei prestiti bancari. Per le imprese la dinamica è stata divergente fra i settori di attività economica: la contrazione dei finanziamenti si è annullata nel manifatturiero, grazie alla ripresa dei livelli di attività; è proseguita su tassi invariati, rispetto alla fine del 2014, nei servizi e nelle costruzioni. La domanda di credito, in aumento rispetto al semestre precedente, è stata sostenuta anche dal graduale recupero della richiesta di finanziamenti per investimenti produttivi. Le politiche di offerta, sebbene progressivamente più distese, rimangono prudenti, condizionate dal rischio di credito e dall’elevato ammontare di partite deteriorate che gravano sui bilanci bancari. I tassi di interesse sono diminuiti, sia nella componente a breve sia in quella a lungo termine. La qualità del credito stenta a migliorare e rimane su livelli critici, soprattutto per le imprese delle costruzioni. I prestiti alle famiglie hanno registrato una moderata espansione, grazie alla crescita dei nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni e del credito al consumo. Anche per le famiglie, all’aumento della domanda di credito ha corrisposto un miglioramento delle condizioni di accesso, in termini sia di spread applicati sia di quantità offerte.

 

Nei prossimi mesi la ripresa Dovrebbe rafforzarsi

Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, condotto tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre, la ripresa dovrebbe rafforzarsi nel quarto trimestre del 2015 e nel primo del 2016, con riflessi positivi anche sull’occupazione. Per il prossimo anno le imprese industriali e dei servizi prevedono, inoltre, un nuovo incremento degli investimenti; quelle delle costruzioni anticipano un aumento del fatturato. Nelle attese delle banche la domanda di credito dovrebbe continuare a espandersi nella seconda parte dell’anno, a fronte di condizioni di offerta in miglioramento.


* * * * * * * * * * *

Anche quest’anno commentiamo per soci, Istituzioni, media, soggetti interessati e Collettività gli andamenti economici del movimento cooperativo aderente all’ Alleanza delle Cooperative Italiane Imola per il 2015. L’analisi come sempre in questo momento dell’anno si riferisce ad un campione composto da 55 associate sulle 109 complessivamente aderenti e prende a riferimento pochi ma significativi dati di bilancio, estrapolati dai preconsuntivi 2015, che ben rappresentano gli andamenti produttivi ed economici dalle stesse sviluppati. Il campione rappresenta oltre il 96% del fatturato e il 91% dell’occupazione complessiva, il 99% dell’export e il 97,5% degli investimenti delle Imprese aderenti al 31/12/2014.

 

E immediatamente si rileva che i dati esaminati testimoniano la tenuta del rapporto associativo, fatturati ed export sostanzialmente stabili, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione. Questo da un primo sguardo d’insieme che non tiene conto dei diversi settori di attività e delle diverse situazioni dei mercati di riferimento.
Se infatti ci soffermiamo un attimo appare subito evidente come i settori di attività prima ancora che le dimensioni aziendali e la vocazione all’Export piuttosto che al solo mercato interno, influenzino profondamente gli andamenti.

 

Il primo dato monitorato è il numero dei rapporti associativi che, nel campione, si incrementa del 1,63% sul 2014 raggiungendo il numero di 76.314 (erano 75.092 a fine 2014). E’ scontato dire che come nelle precedenti analisi il dato è sicuramente influenzato da settori con rapporti associativi di utenza (vedi Consumo e Dettaglianti e Cooperative di abitazione) per le politiche a sostegno delle fasce più colpite dalla crisi economica dagli stessi proposti ma è generalizzato un po’ in tutte le tipologie di scambio mutualistico a testimonianza di come ancora la cooperazione rappresenti un punto di riferimento e sia sinonimo più di altri soggetti di equità, responsabilità, coesione sociale e di risposta ai bisogni delle persone non solo in termini di lavoro ma anche di tutela del risparmio, attenzione ai consumi e all’abitare, offerta di servizi alla persona e non solo.

 

Si segnala, in linea con le analisi riportate in apertura, il dato positivo della forza lavoro, che registra una crescita dell’occupazione complessiva del 3,98% passando a complessivi 7.658 addetti (+1,45% se si guarda la sola occupazione fissa). Il dato, pur in ripresa, è ovviamente ancora inferiore ai livelli del 2012 (prima cioè della chiusura o del ridimensionamento di alcune importanti realtà industriali legate alla filiera delle costruzioni).

 

Non si vogliono quindi nascondere le situazioni di difficoltà che pure ancora esistono nel nostro territorio ma si vuole rimarcare che vi sono nel nostro territorio cooperative, grandi e piccole, che continuano a crescere e a creare lavoro, continuano ad investire sulle risorse umane, formando e valorizzando, nella consapevolezza che col lavoro si crea non solo ricchezza economica per tutti ma anche benessere diffuso, solidarietà e coesione sociale.

 

Venendo al dato del Fatturato valgono le considerazioni che ormai da tempo sottolineiamo ovvero che la crisi in atto ha cambiato strutturalmente il mercato e che anche le nostre associate devono sempre più confrontarsi con un mercato internazionale. E la dimensione aziendale influisce in maniera rilevante. Le cooperative infatti più strutturate e patrimonializzate, presenti da tempo sui mercati internazionali, hanno saputo e potuto riorganizzarsi e riposizionarsi, hanno innovato, hanno dedicato risorse importanti allo studio di mercati e prodotti ed hanno anche nel corrente anno raggiunto risultati di successo. Il fatturato 2015 dovrebbe attestarsi a 2.148,5 milioni. Il dato è sostanzialmente omogeneo con quello del 2014 ancorché in incremento (+2,82%), a testimonianza di quanto le nostre cooperative abbiano fatto per stabilizzare le loro posizioni di mercato, riorganizzarsi, qualificare per contrastare il calo dei consumi e continuare ed investire e formare le loro maestranze.
L’andamento appare confermato dal Fatturato Export che rileva un +7,75% sul 2014 passando dai 1.061 milioni di euro agli oltre 1.143,7 milioni circa del 2015.
E’ quindi sempre più determinante per le nostre imprese fare rete, creare sinergie, investire in ricerca e innovazione e pensare a nuovi business perché solo se riusciranno a catalizzare nuovi bisogni, a ideare nuovi prodotti e processi, a governare il cambiamento in atto e ad esserne parte attiva potranno sperare di continuare a portare il nostro know – how nel mondo e ad essere leader in molti mercati.
E le nostre cooperative sono consapevoli di questo e pertanto, sebbene con grande attenzione per non depauperare quei patrimoni intergenerazionali che hanno accumulato negli anni, nel 2015 hanno effettuato investimenti pari a 58 milioni di euro con un incremento del 42% sul 2014.
E non dimentichiamo che molto spesso in questo momento dell’anno le cooperative sono portate a segnalarci solo quella parte di investimenti già realizzati e non quelli ancora in corso ma che si completeranno a fine esercizio e noi, dal canto nostro, non rileviamo poi tutti quegli investimenti che le stesse realizzano nelle loro controllate e/o come gruppo.
A questo punto è d’uopo commentare anche gli andamenti tendenziali di alcuni altri indicatori più prettamente legati alla redditività ed alle prospettive future delle nostre cooperative. Abbiamo così ritenuto di monitorare, come gli altri anni, il portafoglio ordini, la marginalità e i risultati ante imposte al fine di verificare alcuni presupposti per la continuità aziendale, la tutela dei posti di lavoro e la salvaguardia del patrimonio.

 

Rileviamo così un portafoglio ordini prevalentemente stabile o con alcune realtà che mostrano segnali di miglioramento , marginalità in prevalenza stabili e conseguentemente utili ante imposte, che pur notevolmente ridimensionati rispetto ad alcuni anni fa, rilevano una stabilità rispetto al 2014 ed alcune eccellenze che prevedono una crescita.

 

Entrando più nel merito, relativamente al portafoglio ordini monitoriamo che circa il 65,91% (72,73% nel 2014) delle cooperative del campione ha nel 2015 un portafoglio ordini stabile rispetto al 2014, il 13,64% (era 20,45% nel 2014) in diminuzione, e il 20,45% (6,82% nel 2014) in aumento, con un miglioramento rispetto alla situazione comunicataci lo scorso anno.

 

Per quanto riguarda invece la marginalità si registra che le cooperative del campione hanno andamenti coerenti con il 2014 per il 71,79% (era il 76,92% nel 2013), in calo per un 17,95%, mentre era pari al 23,08% lo scorso anno, ma in aumento per il 10,26%, mentre lo scorso anno non si rileva alcuna previsione di incremento della stessa.

 

Riteniamo infine utile onde dare una visione più completa ed esaustiva dell’analisi effettuata, a questo punto, commentare questi stessi indicatori macroeconomici per singoli settori o comparti produttivi, rilevando quanto segue.

 

Volendo cominciare con il Settore Industriale, per l’importanza che riveste nel nostro distretto cooperativo, dai dati analizzati emerge così una ripresa delle nostre cooperative spesso leader nei loro mercati di riferimento. Rileviamo infatti un incremento del fatturato +4,31% e del valore dell’Export 7,53%, occupazione complessiva in ripresa, + 4,5%, base sociale stabile -1% ed investimenti in consistente crescita + 48%.

 

Il Settore Abitazione nella nostra realtà si compone di cooperative a proprietà divisa ed indivisa con problematiche quindi molto diverse tra loro. Se è pur vero che il bisogno della casa resta una priorità anche nel nostro territorio, diverso è, in questo momento di crisi, potersi permettere di affrontare un investimento importante a medio lungo termine come quello dell’acquisto di un immobile rispetto alla ricerca di una soluzione abitativa in affitto. La base sociale e l’occupazione delle nostre cooperative si mantengono stabili (+0,16% base sociale e sostanzialmente invariata l’occupazione rispetto al 2014), evidenziandosi invece un calo del Fatturato -21% (che si aggiunge al -42% dell’anno precedente), strettamente connesso alle difficoltà economiche complessive. E' poi importante sottolineare come le stesse siano da tempo impegnate anche nel dare ai propri soci un servizio a 360° gradi facendosi carico, ancorché indirettamente, non solo dei problemi più strettamente legati alla ricerca di soluzioni abitative ma anche a tutti i problemi più propriamente legati alla gestione degli immobili di proprietà.

 

Per quanto concerne invece il Settore Consumo e Dettaglianti, occorre rammentare che lo stesso nel nostro territorio, presenta solo punti vendita, e pertanto i dati monitorati sono quelli per macroaree di attività e quindi non sempre solo inerenti il Circondario Imolese.
A fronte quindi di un incremento della base sociale (+2,4%) a testimonianza della rinnovata fiducia dei consumatori nel movimento cooperativo occorre rilevare una stabilità del Fatturato (+1,34%) pur in una situazione più generale dell’intero sistema paese che si sostanzia da un lato in un cambiamento dei consumi delle famiglie, per la diminuzione del reddito disponibile delle stesse e quindi sempre più orientati al contenimento della spesa, dall’altro in una aumentata propensione al risparmio indotta dal clima di incertezza che l’instabilità politica, la crisi in atto e l’aumento della disoccupazione hanno generato.

 

Nonostante ciò le nostre cooperative continuano ad investire cercando di rispondere a nuovi bisogni dei soci consumatori offrendo loro da un lato prodotti e servizi diversi, che spaziano dai bancari agli assicurativi, dalla telefonia alla sanità onde fidelizzare e rinnovare il rapporto associativo attualmente in essere, e dall’altro promuovendo politiche attive sia di sostegno alle fasce deboli che di contenimento della spesa.
Si incrementano gli investimenti ed è stabile la base occupazionale.

 

Relativamente al Settore Servizi e Culturale dopo due anni negativi si segnalano segni positivi rispetto al Fatturato +1.42% a fronte anche di un incremento dell’occupazione (+5,99%), di una base sociale in flessione e di investimenti in crescita.
Le cooperative sono pertanto costantemente impegnate nella ricerca di nuovi servizi, nel monitoraggio dei tempi di pagamento delle committenze, pubbliche o private che siano, e delle insolvenze anche della loro miglior clientela.
Occorre poi ricordare che trattasi di un settore che spazia in ambiti molto diversi tra loro, dalla logistica appunto all’assicurativo-bancario, dal turismo ai servizi ludico – ricreativi e sportivi, dalla ristorazione a servizi amministrativi contabili, dal facility management alla distribuzione di combustibili, e pertanto persistono andamenti anche molto differenziati tra loro in quanto legati al contesto più generale in cui operano..

 

Da quando commentiamo i dati come Alleanza delle Cooperative Italiane Imola anche il Settore Agroalimentare, ha assunto un'importanza maggiore. E’ un Settore caratterizzato, in questi ultimi anni, da forte dinamicità e voglia di innovazione ed uno dei pochi in cui anche i giovani in cerca di lavoro credono, investono e avviano imprese. Così non mancano segnali positivi. Cresce l’occupazione complessiva (+6%, mentre sono stabili i fissi). Gli investimenti sono stati e continuano ad essere consistenti e ammontano anche quest’anno a complessivi 4,9 milioni di euro(+11%) dopo i già importanti interventi realizzati gli scorsi anni soprattutto nel campo delle energie rinnovabili. Il Fatturato diminuisce leggermente e più precisamente del 2,4% ma, da verifiche effettuate, si tratta, per le cooperative aventi esercizi non coincidenti con l’anno solare, di stime prudenziali, soprattutto per le produzioni ancora in essere, che potrebbero registrare andamenti migliori a consuntivo. E l’Export lo testimonia in quanto cresce del +1.78% che consolida l’aumento di oltre il 20% dell’anno precedente.
Un settore quindi caratterizzato da cooperative che operano spesso su più territori, vocate all'Export e, da sempre, impegnate nella valorizzazione dei propri prodotti, sia attraverso la promozione del biologico che di produzioni di nicchia che l’acquisizione delle certificazioni di qualità, attento ai bisogni dei propri soci produttori e alle politiche di sviluppo europee, dinamico e innovativo anche nell’utilizzo e nella produzione delle energie rinnovabili, sinergico con la grande distribuzione in quanto consapevole che rappresenta una buona opportunità per la collocazione delle proprie produzioni.

 

Infine il Settore Sociale. Da sempre una eccellenza nel nostro territorio, impegnato su tutti i fronti onde dare risposte concrete e di qualità al pubblico e all’utenza.
Così pur a fronte di un sistema che necessita sempre più di servizi alla persona non sempre il merito viene premiato in quanto troppo spesso il sistema di aggiudicazione dei servizi, che pure impongono standard qualitativi elevati, è ancora finalizzato alle minor capacità di spesa del Pubblico. La cooperazione sociale continua ad essere una risorsa importante per il territorio in termini di risposta ai crescenti ed articolati bisogni di servizi alla persona.
Così le cooperative sociali resistono ma evidenziano occupazione stabile (+1,14% l’occupazione complessiva e +0,25% la fissa) e fatturati in calo del 1,14% con marginalità sempre più ridotte, pur a fronte di una base sociale in crescita in particolare fra i soci utenti e fruitori dei servizi.

40122 Bologna
Via Giovanni Brugnoli n. 11
tel. 051.229190 – fax 051.268050
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.agci-emr.org

40026 Imola (Bo)
Via Emilia n. 25
tel. 0542.35215/35382 – fax 0542.30516
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.bologna.confcooperative.it

40026 Imola (Bo)
Via Emilia n. 25
tel. 0542.35215/35382 – fax 0542.30516
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.imola.legacoop.it